Questa è una lettera di una lettrice. La metto qui perché la voglio conservare, come si fa con le cose alle quali si vuole bene…
“Negli ultimi tormentati anni ho letto decine e decine di saggi. Cercavo risposte, cercavo persone, cercavo amore, cercavo capacità per far fronte a quel sentimento di infelicità che spesso mi pervade e mi succhia ogni energia vitale.Scavavo a due mani nel terreno arido del passato, intenta a capire il perché. E più scavavo e più leggevo, per cercare ricette miracolose, soluzioni condivise, rimedi infallibili che mi avrebbero condotta alla vittoria sulla mia naturale tendenza a lasciarmi paralizzare dalla tristezza.
Poi un giorno, scorrendo distrattamente sulle pagine di facebook leggo una frase che si apre sullo sfondo di un mare azzurro. C’è una donna che dà le spalle al buio e avanza fuori dando le spalle al buio di uno di quei vecchi portoni della mia amata terra, vestita di rosso, il mio colore preferito, quella donna potrei essere io. La frase è questa: “La tentazione di essere felici”. Il titolo di un libro e un invito a scrivere un commento sulla felicità. Ci provo. Lo scrivo. Oggi non ricordo neppure cosa scrissi in quel commento, so che era qualcosa che aveva a che vedere con il mare….
Poi dimenticai di acquistare il libro, continuai con i miei saggi, tutti aperti, tutti portati avanti con fatica e lasciati alle prime pagine, pensavo di non riuscire più a leggere a causa dello stress, del lavoro, di questa vita tutta di corsa senza mai tirare il fiato. Poi Torino, salone del libro. In cerca di ispirazioni e di risposte, provo a vedere se trovo quel libro dal titolo che è una promessa, ne parlo anche a un amico, mi distraggo e torno a casa a mani vuote.Il giorno dopo però mi decido, entro in una libreria e finalmente lo prendo. E’ sabato, comincio a leggere convinta che mi fermerò e invece no, vado avanti e lo leggo tutto d’un fiato. E’ passata una settimana da quel sabato. Ed io ancora penso a Cesare, a Emma, a Rossana. Alle vie di Napoli, al panino mangiato sul muretto, allo sgabuzzino dei ricordi e delle lacrime, a quella tutina da neonato profumata di promesse di felicità.
Cesare sono io, con la vita tortuosa e il navigare a vista.
Rossana sono io, che non ho mai respirato per non dare fastidio.
Emma sono io, che mi sono lasciata ferire perché in fondo credo di non valere poi così tanto.
Potente questo romanzo! Di una sensibilità rara l’autore!
Solo dalla mia terra poteva venire così tanta passione e quella delicatezza tipica di chi sa che cosa è il buio e volge lo sguardo al mare.
Mi sono perduta e ritrovata ne “La tentazione di essere felici”.
Ho capito che non avevo bisogno di saggi.
Avevo bisogno di una storia.
Di quelle che sono come un bel viaggio, e quando torni non sei più quella di prima.”
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