In un mondo dove lo stare insieme perde sempre più di significato, noi di “Ricomincio dai libri” siamo stati insieme e abbiamo fatto squadra per portare a termine quello che ci eravamo messi in testa: regalare a Napoli una fiera più bella degli anni precedenti, più piena di eventi, di partecipazione, di ospiti. E grazie al contributo del Mann, possiamo oggi dire di esserci riusciti!
Più di dodicimila ingressi, settemila solo ieri insieme ai visitatori del museo, tantissima gente che si è divertita e ha potuto godere della location suggestiva, dei numerosi eventi, tanta gente che ha deciso di stringersi attorno ai libri. Napoli, città dalla cultura millenaria, è avida di bellezza e di cultura e, checché se ne dica, si muove sempre con entusiasmo quando questa chiama. E allora ringrazio in primis lei, la nostra città, che ha risposto e che risponde presente ogniqualvolta qualche “folle” come noi cerca di riunirla intorno all’arte, ogni volta che qualcuno tenta di dare risalto alle sue positività, che esistono, non dimentichiamolo.
Ringrazio l’organizzazione di “Ricomincio dai libri” (i ragazzi, come mi piace chiamarli, che è una parola bellissima che da noi, chissà perché, a volte assume tono consolatorio) che mi ha voluto affidare la direzione artistica, tutto lo staff, che ha lavorato volontariamente e instancabilmente per tre giorni, ringrazio gli editori presenti, e gli autori, e tutti gli ospiti che hanno creduto in noi, e in Napoli.
Ieri in un mio granello su Repubblica dicevo che qui partiamo sempre da meno dieci, perciò al massimo possiamo sperare in una tranquilla salvezza, ché se parti con l’handicap, lo scudetto non lo vinci mai, ovviamente. Oggi posso dire con orgoglio che lo scudetto probabilmente non lo abbiamo vinto (in una città che non vince mai, o quasi), però ci siamo andati vicino, molto vicino, considerate tutte le difficoltà che ci siamo trovati a dover risolvere sul nostro cammino.
L’ultimo a sfiorare una miracolosa vittoria qui è stato il “Comandante”, che poi è volato in terra anglosassone.
Noi, invece, restiamo qui. A tentare di superarci.
“Ricomincio da tre” diceva il nostro punto di riferimento.
Ricominciamo da sei, diciamo noi.
Ci vediamo fra un anno.
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