In L’elogio della follia Erasmo da Rotterdam passò in rassegna tutte le miserie dell’essere umano, le sue debolezze, la confusione e le false illusioni. Diceva Erasmo che la follia accompagna l’uomo durante tutta la sua vita, nelle relazioni con gli altri e nell’autocompiacimento, e ciò è reso evidente dal fatto che insegue cose futili e, anziché curare lo spirito, cerca ricchezza, gloria e potere. E che solo i folli invece sanno cos’è la felicità.
Non so se i folli e i disadattati siano felici, so che spesso conoscono a fondo sé stessi, non azzardano risposte, e vivono d’impulsi. So che i cosiddetti anormali trascendono la realtà, e ci hanno per questo lasciato le opere d’arte migliori, e grazie a loro s’è cambiato qualcosa al mondo. Sono i pazzi a restarci dentro, quelli perennemente sul filo, con un brillio negli occhi, che sanno tutto eppure sembrano non sapere niente, e fanno male più a sé stessi che agli altri.
L’individuo equilibrato è un folle, diceva giustamente Bukowski.
Articolo pubblicato su La Repubblica Napoli
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